Il recente studio “Menstrual cycle-driven hormone concentrations co-fluctuate with white and grey matter architecture changes across the whole brain” ha rivelato che il ciclo mestruale può effettivamente cambiare la struttura del cervello di una persona che mestrua.
Questa scoperta proviene da una ricerca condotta all’Università della California a Santa Barbara, dove il team ha usato la risonanza magnetica per osservare il cervello di 30 donne in momenti diversi del loro ciclo mestruale.
Quando diciamo ciclo mestruale non intendiamo dire mestruazioni: il ciclo mestruale, infatti, è il periodo di tempo che va dal primo giorno di una mestruazione al giorno prima della mestruazione successiva (quello a cui viene data una durata media di 28 giorni, anche se può durare di più o di meno) e che si divide in 4 fasi: fase mestruale, fase follicolare, fase ovulatoria e fase luteale.
Il team di ricerca ha scoperto che, a seconda del momento del ciclo, diverse parti del cervello mostravano cambiamenti: per esempio si manifestavano variazioni nel modo in cui le aree del cervello erano collegate tra loro e nel loro spessore; questi cambiamenti erano sincronizzati con i livelli degli ormoni che variano ad ogni fase del ciclo (soprattutto ormone follicolo-stimolante, estrogeno e progesterone).
La scienza già sapeva che eventi come la pubertà, la gravidanza e i cambiamenti ormonali durante la menopausa possono influenzare la struttura del cervello, ma questa è un’ulteriore dimostrazione di come anche il ciclo mestruale, ogni mese, può avere un impatto simile.
Queste scoperte sono interessanti perché suggeriscono che il cervello di chi mestrua è dinamico e cambia continuamente durante il mese: questo potrebbe avere effetti che ancora non comprendiamo completamente sul modo in cui chi mestrua pensa, sente e si comporta a seconda del momento del suo ciclo.
Tuttavia si tratta di una ricerca non “peer-reviewed”, ovvero non ancora sottoposta a un processo di valutazione da parte di altr* espert* nel campo di studio pertinente.
Questo non significa necessariamente che le informazioni siano poco accurate, ma si consiglia cautela nell’accettare le conclusioni presentate senza il sostegno della valutazione e del consenso della comunità scientifica.