Traduzione della newsletter della dott.ssa Jen Gunter “The Vajenda – All So-Called Feminine Washes are Trash. The Ultimate Guide to Cleansing the Vulva and Vagina” del 9 settembre 2022
Qual è il modo giusto per pulire la vulva e la vagina?
In un mondo pieno di messaggi patriarcali su come le vagine e le vulve debbano essere preparate per gli uomini, non c’è da stupirsi che le persone abbiano delle domande: la disinformazione è ovunque.
Quando si dice vulva e quando vagina e come sono fatte?
Prima di andare avanti, è importante assicurarsi di parlare della stessa cosa: spesso si usa la parola vagina per indicare l’intero tratto genitale inferiore, ma la vagina è all’interno del corpo. L’esterno, dove i vestiti toccano la pelle, è la vulva.
L’area in cui le due parti si sovrappongono è chiamata vestibolo dell’apertura vaginale. Pensiamo alla vulva e alla vagina come ai due cerchi di un diagramma di Venn: il vestibolo è il punto in cui si sovrappongono (di seguito un’illustrazione tratta dal libro “La vagina felice”).
La vulva ha una pelle cheratinizzata, come quella del braccio o della gamba. Ciò significa che lo strato superiore è costituito da cellule morte della pelle riempite di cheratina – una proteina – e questo strato fornisce una barriera fisica e un’impermeabilizzazione per proteggere la pelle.
La pelle presenta ghiandole sudoripare, ghiandole sebacee che producono sebo, ghiandole sudoripare specializzate chiamate ghiandole sudoripare apocrine e peli pubici. La pelle è rivestita da uno strato chiamato mantello acido, che è una pellicola acida di sebo e sudore che fornisce un ulteriore strato di protezione fisica, impermeabilizzazione e protezione contro batteri e virus.
Il pH della pelle in generale è di 5,5 e spesso la vulva è un po’ più acida, tra 4,5 e 5,5. Le grandi labbra (le labbra esterne) fanno parte della vulva.
Spostandosi verso l’interno delle grandi labbra si trovano le piccole labbra. Man mano che ci si sposta lungo le labbra dalla superficie esterna a quella interna, la pelle diventa gradualmente più sottile e meno cheratinizzata. Le piccole labbra non presentano peli pubici, ma sono dotate di ghiandole sebacee.
Il vestibolo è il punto in cui l’aspetto interno delle piccole labbra si unisce alla vagina; da qui in poi la pelle è mucosa, quindi non c’è cheratina o mantello acido. La vagina ha un microbioma ovvero una colonia batterica essenziale per la salute della vagina. Il pH della vagina è inferiore a quello della vulva, tra 3,5 e 4,5, e la vagina produce normalmente fino a 3 ml di secrezioni al giorno.
Sapone e detergente: che differenza c’è?
Così come si dice vagina quando si intende vulva, spesso si confondono sapone e detergente. Il sapone si ottiene mescolando un grasso o un olio con un alcali. Il sapone è alcalino, il che significa che ha un pH superiore a 7, ma spesso anche a 10 (promemoria: la pelle è acida).
Il sapone (che può essere solido o liquido) può aumentare il pH della pelle, alterare il mantello acido e lasciare depositi di sali di carbonato, tutti elementi che possono seccare e irritare la cute; la conseguenza non è solo l’irritazione causata dal sapone perché quando la barriera cutanea viene compromessa in questo modo la pelle diventa più permeabile alle sostanze chimiche presenti nella vita di tutti i giorni, causando maggiori irritazioni e infiammazioni.
Un detergente invece funziona grazie all’uso di detergenti sintetici noti come syndet (dall’inglese Synthetic Detergents) chiamati anche “saponi non saponi”. Il vantaggio dei syndet è che possono essere formulati con un pH più acido rispetto al sapone, di solito intorno a 5,5 (il pH della pelle normale).
Inoltre, è meno probabile che secchino e irritino la pelle perché spesso contengono additivi, come l’acido ialuronico, la glicerina e le ceramidi, che agiscono come emollienti o umettanti o svolgono altre funzioni per proteggere il mantello acido. Anche i detergenti possono essere solidi o liquidi.
Molti saponi e detergenti però hanno una fragranza aggiunta, che a volte è indicata come “fragranza” o “profumo”, ma che può essere semplicemente una sostanza botanica, come la lavanda o la calendula. Attenzione: la fragranza naturale ricavata da piante e oli essenziali può essere irritante quanto quella sintetica. Inoltre, alcuni prodotti contengono sostanze chimiche aggiunte per il colore.
Bisogna lavare la vagina (dentro)?
No, non bisogna mettere nulla all’interno della vagina: niente saponi, detergenti, doccette, acqua, e non inserire le dita all’interno per cercare di eliminare le perdite.
Tutti i tentativi di pulizia intravaginale sono dannosi e possono danneggiare l’ecosistema vaginale, provocando irritazioni, aumentando le perdite e/o il cattivo odore, causando vaginosi batterica e persino aumentando il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili.
Cosa usare per lavare la vulva?
Il sapone rende la pelle asciutta e può danneggiare il mantello acido, innescando un ciclo di secchezza, prurito e irritazione che può essere molto fastidioso e spesso viene scambiato per un’infezione micotica.
A causa dei messaggi pervasivi e dannosi da cui siamo bombardat*, molte persone pensano di non essere abbastanza pulite, quindi spesso esagerano con i lavaggi rendendo la pelle vulvare secca, irritata e pruriginosa, motivo per cui pensano di avere un’infezione. Aumentano i lavaggi per cercare di ridurre l’infezione che in realtà non hanno, aggravando ulteriormente il problema, e così via.
Il prodotto migliore per la vulva è un detergente delicato senza profumo. Non è indispensabile usare un detergente, alcune persone preferiscono l’acqua per la pulizia quotidiana, è una scelta totalmente personale.
Ci sono però alcune volte in cui è altamente consigliato usare un detergente insieme all’acqua:
- in caso di incontinenza, per rimuovere i residui di urina o feci dalla pelle
- per rimuovere determinati prodotti, poiché ce ne sono alcuni che non vengono via solo con l’acqua. Gli steroidi topici per le malattie della pelle o un lubrificante a base di silicone o di olio che si è spalmato sulla vulva dopo un rapporto sessuale sono un paio di esempi.
- per chiunque soffra di dermatite perianale, un tipo di eruzione cutanea pruriginosa intorno all’ano. Questa patologia è aggravata dai piccoli residui di feci che vengono abitualmente lasciati dopo la pulizia (niente panico, questo accade dall’alba dell’evoluzione umana).
Quale detergente scegliere per lavare la vulva?
Un detergente che non contenga acido salicilico, che abbia un pH intorno a 5-5,5 e che sia senza profumo.
Evitare il profumo è l’ideale perché è una fonte comune di irritazione e rafforza anche la falsa narrazione patriarcale secondo la quale la vagina e la vulva “puzzano”.
Un detergente delicato per il viso, liquido o solido, è solitamente adatto anche al lavaggio della vulva.
Che parti della vulva bisogna lavare?
Non si deve lavare la mucosa (la vagina o il vestibolo). Il detergente va messo sulla mano e si passa una o due volte sulla vulva senza separare le labbra. Non preoccupatevi del senso di lavaggio (da davanti a dietro o da dietro a davanti).
Volete dare una leggera strofinata per fare la schiuma? Ok, ma attenzione a non farlo con troppa veemenza. Poi si fa lo stesso intorno all’ano.
È importante ricordare che per molte persone va bene anche solo l’acqua: l’uso della sola acqua sulla vulva non lascia odore; se notate cattivo odore bisogna rivolgersi al medico.
E se preferisco il sapone al detergente?
Con l’avanzare dell’età la pelle tende a diventare più secca, quindi il sapone che ora non vi dà fastidio potrebbe causarvi problemi in futuro. Inoltre, una volta che le persone subiscono un’alterazione della barriera a causa dei saponi e delle irritazioni, non è sempre facile risolvere il problema.
E se uso un sapone “delicato”?
Questo non significa nulla insieme all’altrettanto insignificante termine “ipoallergenico”: delicato può significare privo di profumo, ma potrebbe anche significare che la madre del produttore pensa che sia delicato. Ma il sapone è il sapone, e per definizione aumenta il pH della pelle e la rende secca.
Se uso un detergente intimo a pH bilanciato e senza profumo non è come usare un detergente per il viso?
Può darsi ma, se sono la stessa cosa, perché usare un prodotto specifico per la vulva se anche quello per il viso va bene?
I detergenti intimi femminili sono inutili?
Non c’è nessuno studio che dica che la vulva ha bisogno di un lavaggio speciale “femminile” o “intimo”. Nessuno. Quindi, per lavarla ci atteniamo alle basi della cura della pelle.
È necessario:
- un prodotto che non alzi il pH
- che non secchi e non danneggi il mantello acido
Quindi, un detergente. Inoltre, è necessario un prodotto che non abbia profumo.
È meglio usare detergenti con probiotici o prebiotici?
No. Non ci sono dati che suggeriscano che i prebiotici o i probiotici siano di qualche aiuto per la vagina o la vulva, ma c’è un’enorme industria che cerca di convincervi del contrario con la pubblicità, invece che con la ricerca.
La narrazione patriarcale sull’odore della vagina
Ogni singolo detergente “femminile” o “intimo” sul mercato implica direttamente o indirettamente che le donne puzzano. Ci sono messaggi terribili ed errati sul cattivo odore vaginale o sulla “freschezza” (parola in codice per cattivo odore vaginale) da parte di praticamente tutte le aziende.
Inoltre, un detergente intimo non può correggere il pH vulvare, il massimo che può fare è non danneggiarlo.
La gente passa davanti a scaffali pieni di prodotti che promettono “freschezza femminile” nei supermercati e online: sono ovunque, quindi ovviamente le persone iniziano a credere che la vagina puzzi e, più specificamente, che la loro vagina puzzi.
Se le vagine avessero un buonissimo odore, perché mai si venderebbero così tanti prodotti per renderle profumate?
E poi c’è l’uso del termine vagina. Il pubblico non è generalmente preoccupato per gli odori delle vulve. Ciò che il pubblico è incoraggiato a pensare che puzzi è la vagina, e la puzza vaginale finisce sulla vulva. Per questo motivo nella pubblicità dei prodotti destinati alla vulva si fa spesso riferimento alla vagina. Per la cronaca, NESSUN detergente intimo dovrebbe MAI entrare in vagina.
Il problema è che molte persone usano già erroneamente prodotti esterni come detergenti e salviette “femminili” per via vaginale (interna), il che è dannoso. Sì, spesso sul flacone c’è una scritta in piccolo che indica di non farlo, ma quando la pubblicità dice “benessere vaginale” o “freschezza vaginale”, che bisogno c’è di leggere le istruzioni, giusto?
Quindi, quando le persone vedono che questi prodotti sono pubblicizzati per l’uso vaginale pensano che sia giusto utilizzarli internamente; inoltre le scatole hanno un aspetto così carino e professionale e i prodotti sono “testati da un ginecologo” (espressione che non significa nulla. Il prodotto potrebbe essere stato testato e risultare pessimo, e i risultati di questi cosiddetti test non verranno mai pubblicati).
Infine, gli studi ci dicono che l’uso dei “detergenti intimi” e delle loro cugine ancora più cattive “salviette intime” è associato a un aumento del rischio di vaginosi batterica e di infezioni del tratto urinario. Il motivo non è chiaro.
Questi prodotti potrebbero danneggiare il mantello acido e la pelle della vulva, modificando il microbioma locale, oppure potrebbero essere dannosi poiché usati internamente. Potrebbero anche causare irritazioni che vengono erroneamente diagnosticate come vaginosi batterica o infezioni del tratto urinario. È anche possibile che le persone con infezioni siano più propense a iniziare a usare questi prodotti perché pensano che possano aiutare (mentre non è così).
In conclusione
Se il prodotto utilizzato non provoca irritazioni, probabilmente va bene. Tuttavia, se si tratta di un sapone o di un “detergente intimo”, è possibile che nel tempo si verifichi un’irritazione.
E la “freschezza femminile” è una cosa inesistente prodotta dal patriarcato. I detergenti troppo aggressivi sono stati usati storicamente in medicina perché non si conosceva l’ecosistema della pelle vulvare e della vagina.
L’eccessiva pulizia della vulva e della vagina fa parte della nostra storia anche perché le donne sono state a lungo considerate impure e si riteneva che il bagnato fosse un segno di esperienza sessuale, e quindi inaccettabile, per cui molti prodotti per la pulizia erano secchi. Nel corso del tempo tutto questo è confluito nella dannosa ricerca dell’inafferrabile freschezza femminile.
Bibliografia
DermNet Soaps and Cleansers https://dermnetnz.org/topics/soaps-and-cleansers
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Chi è la dottoressa Jen Gunter?
Dott.ssa Jennifer Gunter: laureata alla University of Manitoba School of Medicine nel 1990, nel 1995 completa la formazione in ginecologia presso la University of Western Ontario e riceve una borsa di studio in malattie infettive presso la University of Kansas. Abilitata alla professione di ginecologo sia in Canada che negli Stati Uniti, certificata in medicina del dolore dall’American Board of Pain Medicine e dall’American Board of Physical Medicine and Rehabilitation.