Prima di parlare dell’argomento di questo post, ricapitoliamo velocemente i concetti di sesso, genere e individuo transgender (o trans).
Sesso
Il sesso di un individuo può essere maschile o femminile o intersessuale e viene definito in base a caratteristiche anatomiche (come la vagina o il pene) e ormonali; viene assegnato alla nascita e può essere cambiato nel corso della vita
Genere (gender)
La percezione di ciò che siamo, maschio, femmina, entrambi o nessuno dei due
Persona transgender (persona trans)
Persona che si identifica con un genere diverso dal sesso assegnatole alla nascita
Uomo trans
Persona nata femmina che si identifica con il genere maschile
Donna trans
Persona nata maschio che si identifica con il genere femminile
La confusione su questi temi spesso la si riscontra anche nei professionisti sanitari (per fortuna non tutti) che non sono attrezzati per assistere gli individui trans: la frequente mancanza di informazione e talvolta di sensibilità (o ancora peggio, l’ostilità) dei sanitari verso le persone trans porta queste ultime a essere più reticenti a sottoporsi agli esami medici di routine.
Eppure se un individuo trans decide di intraprendere la transizione verso il sesso con il quale si identifica deve prestare particolare attenzione alla sua salute poiché terapie ormonali ed eventuali interventi chirurgici provocano cambiamenti che non vanno sottovalutati.
In questo articolo parleremo degli uomini trans che intraprendono la transizione (quindi persone nate femmine che si identificano come maschi e cominciano una transizione per fare in modo che il proprio aspetto fisico sia coerente con la loro percezione di sé stessi) e dell’importanza degli esami di routine per la loro salute.
I cambiamenti che il testosterone provoca in vagina e vulva
Quando un individuo di sesso femminile comincia a fare la transizione per acquisire i caratteri sessuali secondari tipici del sesso maschile si sottopone a una terapia farmacologica di testosterone.
Questo ormone causa cambiamenti significativi sia nella vulva che nella vagina, cambiamenti che si cominciano a notare circa 3 mesi dopo l’inizio della terapia e che raggiungono il picco dopo 24 mesi.
Tra questi cambiamenti troviamo:
- ingrandimento del clitoride
- aumento del pelo pubico
- aumento della peluria in generale in zone come pancia e cosce
- assottigliamento della mucosa vaginale
- diminuzione del numero di lattobacilli (i batteri buoni che vivono nella vagina)
- aumento del pH della vagina (a causa della riduzione dei lattobacilli)
- comparsa di irritazioni, perdite, bruciori, dolore nel caso di sesso penetrativo
(Questi sintomi possono essere tenuti sotto controllo attraverso l’assunzione di estrogeni che se presi per via vaginale e nel dosaggio corretto non entrano in circolo nel sangue e quindi non interferiscono con gli effetti del testosterone: i loro effetti si limitano alla vagina e alla vulva).
La diminuzione del numero di lattobacilli, la mucosa vaginale che si assottiglia e il pH più elevato rendono gli uomini trans più a rischio di contrarre tutta una serie di malattie sessualmente trasmissibili oltre al Papilloma virus, tutto questo perché le difese naturali della vagina vengono indebolite dal testosterone.
Siccome non tutti gli uomini trans si sottopongono a isterectomia (rimozione di utero e cervice) oppure se lo fanno questo accade molti anni dopo la transizione, ci sono vari uomini trans che per molti anni (o per sempre) convivono con vagina e utero e quindi devono sottoporsi agli esami di screening per il cancro all’utero esattamente come devono fare le donne cisgender (donne nate femmine e che si identificano con questo genere).
Esami di screening per gli uomini trans
Per gli uomini trans vale la stessa regola che vale per le donne cisgender quando parliamo di esami di screening (come il pap test): iniziare a 21 anni (anche se non si è sessualmente attivi) fino ai 65.
È importante che gli uomini trans si sottopongano a questo tipo di screening perché sono 10 volte più a rischio delle donne cisgender di ottenere un risultato del pap test anormale, ovvero un risultato che non si può leggere correttamente (e quindi non si può stabilire con certezza se è tutto ok o meno).
Il risultato anormale può essere causato dagli effetti del testosterone sulla vagina o dall’eventuale dolore che gli uomini trans provano durante la realizzazione del pap test (sempre a causa dell’infiammazione vaginale causata dalla terapia ormonale); se il paziente fa fatica a rilassarsi durante il test, il/la ginecologo/a (o chi per lui/lei) potrebbe non riuscire a raccogliere correttamente le cellule della cervice uterina.
Alla luce del maggior rischio che gli uomini trans hanno di contrarre malattie sessualmente trasmissibili (per le difese della vagina indebolite dal testosterone) o di non recarsi periodicamente agli esami di screening (se non si sentono a loro agio con il pofessionista sanitario) per loro – come anche per tutti gli altri – è altamente consigliato il vaccino per il Papilloma virus.
Gli uomini trans hanno le mestruazioni?
Gli uomini trans che non prendono ormoni e non si sono sottoposti all’isterectomia hanno le mestruazioni.
Alcuni di loro scelgono di utilizzare una spirale ormonale che ha come effetto quello di ridurre il flusso mestruale nel tempo, fino praticamente a far sparire del tutto le mestruazioni.
Chi si sottopone alla terapia con testosterone, invece, dopo due mesi nota già cambiamenti nel flusso mestruale (diventa più scarso) mentre di solito le mestruazioni spariscono del tutto dopo circa 36 mesi dall’inizio della terapia ormonale.
Infine, chi si sottopone all’isterectomia (intervento chirurgico con il quale viene esportato l’utero e talvolta anche cervice, ovaie e tube di Falloppio) non ha le mestruazioni anche se non assume il testosterone.
Fonte: “The Vagina Bible: The vulva and the vagina – separating the myth from the medicine” (capitolo 3 – “Vaginas and Vulvas in Transition”) – Dr. Jennifer Gunter