L’8 ottobre 2020 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha determinato che per poter acquistare l’ulipistral acetato – ovvero il farmaco per la contraccezione d’emergenza conosciuto come “la pillola dei 5 giorni dopo” – non sarà più necessaria la ricetta medica, anche per le minorenni.
Perché questa è una conquista importante?
Questo farmaco può essere preso dalle donne nei 5 giorni che seguono un rapporto a rischio per evitare una gravidanza indesiderata; renderlo accessibile anche senza ricetta permette anche alle giovanissime di poterlo acquistare con facilità, minimizzando il rischio di andare incontro a una gravidanza che sfocerebbe magari in un eventuale aborto (evento più traumatico sotto tantissimi aspetti).
Il direttore generale dell’AIFA, Nicola Magrini, sottolinea che “le madri adolescenti non solo hanno meno probabilità di portare a termine gli studi e di conseguenza hanno una minore possibilità di occupazione e di futuro inserimento nel mondo del lavoro, ma hanno anche maggiori probabilità di crescere i propri figli da sole e in povertà“.
Perché questa importante conquista, da sola, non basta?
L’accesso a questo farmaco rappresenta senz’altro un importante strumento etico che – però – non va usato con leggerezza e deve essere solo una delle risorse a disposizione delle donne e più in generale degli adolescenti (di entrambi i sessi) ai quali è necessario fornire un’adeguata educazione sessuale ed affettiva in modo tale che sappiano praticare il sesso sicuro, scongiurando l’eventulità di gravidanze indesiderate (che sono sempre il prodotto dell’azione di due individui, non solo della donna).
Un importante passo che – per essere davvero efficace nel diminuire il fenomeno delle gravidanze indesiderate tra le adolescenti – deve essere accompagnato da altre misure di sostegno ed educazione, ripetiamo, rivolte ad entrambi i sessi.