Mestruazioni senza tabù: questo è il nome che abbiamo deciso di dare a questo progetto, proprio perché il suo obiettivo principale è quello di parlare – a tutti e a tutte – delle mestruazioni e della sessualità cercando di scardinare i principali miti e tabù che hanno sempre riguardato questi argomenti.
Per questo siamo sempre interessati a dare spazio a tutte le altre iniziative che condividono il nostro stesso obiettivo: oggi vi parliamo di un libro pubblicato di recente, “Fazzoletti rossi”, scritto da Roberta Marasco.
In questo romanzo si intrecciano diversi argomenti che sono letteralmente protagonisti nella vita degli adolescenti: la scuola, le amicizie, il bullismo, i social network e – anche – le mestruazioni.
Per saperne di più sul libro abbiamo contattato la sua autrice, Roberta Marasco, che ci ha concesso un’intervista non solo per parlarci di “Fazzoletti rossi” ma anche per darci la sua visione – da scrittrice, mamma e femminista – dei tabù mestruali del passato e adesso nel 2020.
Ecco cosa ci ha raccontato!
Ciao Roberta! Ti puoi presentare per chi ci legge?
Ciao! Sono traduttrice e scrittrice, e vivo in Spagna, in un paesino sul mare.
Com’è nata l’idea di scrivere “Fazzoletti rossi”?
Volevo scrivere un romanzo per le ragazze e per i ragazzi delle medie, che proponesse alcuni spunti femministi, ma che prima di tutto facesse ridere ed emozionare. E ci tenevo ad affrontare il tema delle mestruazioni.
È un’età in cui è fondamentale non avere dubbi sul fatto che diventare donna è prima di tutto un privilegio, e i segreti e i silenzi rischiano di farla sembrare una condanna, invece. La condanna a giocare in un’altra categoria, a farsi sottrarre a poco a poco gli spazi pubblici, a perdere libertà, invece di guadagnarne.
A cosa si deve il titolo del libro?
Credo di non svelare troppo se dico che i fazzoletti rossi sono il modo in cui le ragazze del libro decidono di affrontare la vergogna delle mestruazioni. E di raccontarsi.
A che pubblico ti rivolgi con questo romanzo?
Ai lettori a partire dai 10, 11 anni, ma anche a qualche genitore sperduto, come me, che forse si ritroverà in alcuni momenti del libro e nei nostri sforzi un po’ teneri e impacciati per capire i figli che crescono, senza mai riuscirci del tutto, ma senza mai smettere di provarci.
Mestruazioni, bullismo, social network: come sono legati questi tre argomenti nel libro?
Hanno tutti e tre in comune il bisogno di raccontarsi e di raccontare, il racconto di noi stessi che proponiamo agli altri. Le mestruazioni ne sono escluse, e questo ci porta a viverle in segreto.
Il bullismo ricorre sempre più spesso a quella grande narrazione collettiva che sono diventati i social e lo fa in modo crudele, distorcendo l’identità, snaturando la voce delle vittime. Non si tratta solo del giudizio degli altri, si tratta della propria identità social, della possibilità di prendere parte al flusso comunicativo che ti definisce e ti dà voce.
Da una parte ci sono innegabilmente delle differenze generazionali nel modo di vivere le mestruazioni, dall’altra sembra che sia stata fatta ancora poca strada: qual è il tuo punto di vista?
Mi sento ripetere sempre più spesso che oggi i giovani le vivono più serenamente ed è senz’altro vero. È altrettanto vero però che non sentiamo le voci di chi invece le vive con vergogna e imbarazzo, proprio perché tende a tacere, a non farsi notare. Il cambiamento più grande, secondo me, è la capacità di “viverle assieme” che hanno oggi ragazze e ragazzi, di fare fronte comune se necessario. Quindi sì, le barriere cadono e cadono rapide, per fortuna. Tocca a noi adulti permettere loro di abbatterle.
Come ti sembra l’educazione mestruale oggi?
Il difetto più grande che ci trovo io è che sia ancora affidata alla buona volontà dei singoli e all’iniziativa personale. Vi sono insegnanti meravigliose e meravigliosi e genitori sempre più aperti sull’argomento e sempre più consapevoli dell’importanza di parlarne. Ma le mestruazioni faticano ancora a trovare uno spazio pubblico più “istituzionale”. E la difficoltà di portare la tampon box, la scatola per gli assorbenti sospesi, nei bagni delle scuole ne è un esempio.
Com’è nata la voglia di raccontare il femminismo attraverso il tuo blog “Rosapercaso”?
È nata per caso! 🙂 All’epoca scrivevo romanzi d’amore e sentivo il bisogno di trovare punti in comune fra quei due mondi, e ho scoperto che ce n’erano molti di più di quanto si pensi.
Femminismo e romanticismo non sono in contraddizione, anzi, è fondamentale raccontare l’amore all’interno del femminismo e il femminismo all’interno dell’amore. È proprio lì che a volte combattiamo le battaglie più difficili.
Cosa ne pensi di TikTok: vedi del potenziale educativo in questa piattaforma quasi sconosciuta agli adulti?
TikTok ha dimostrato di poter essere anche molto ribelle e di avere molte più facce di quelle che crediamo. Ma è un social che per me resta inaccessibile. Sono troppo vecchia. Mi sento molto simile alla mamma di Luna, in questo, ne so troppo poco. E nel momento in cui noi adulti avremo cominciato a capirci qualcosa, gli adolescenti avranno già cambiato social.
Cosa diresti a una ragazzina (o un ragazzino) che si trova a essere adolescente nel 2020?
Probabilmente le stesse cose che hanno detto a me tanti anni fa. 🙂 Direi loro di non cercare l’approvazione altrui, di fidarsi sempre di quello che sentono di essere e non delle regole e delle definizioni del mondo degli adulti. Di gridare più forte, quando nessuno li sta a sentire. E di tenersi stretti i sogni che hanno adesso e farli crescere insieme a loro, senza abbandonarli mai.
C’è qualcosa che non ti ho chiesto e di cui invece avresti voluto parlare?
Sei stata bravissima! Non posso che risponderti di no. E grazie!
Un sentito grazie a Roberta che ci ha dedicato il suo tempo per rispondere alle nostre domande!
Per chi fosse interessato ad acquistare “Fazzoletti rossi”, lo trova in libreria o su Amazon a 12,75 € nel formato con copertina rigida o a 6,99 € per Kindle.
Potete seguire Roberta attraverso il suo blog Rosapercaso (che ha anche una pagina Facebook e un profilo Instagram) o attraverso la sua pagina Facebook o il suo profilo Instagram personale.