Abbiamo già parlato dei vari benefici che l’attività fisica può avere sui fastidi o sui dolori di tipo mestruale; tuttavia esistono delle situazioni in cui un allenamento molto intenso e prolungato nel tempo può avere effetti negativi sul ciclo mestruale e – più in generale – sulla salute di chi mestrua.
Cos’è la triade dell’atleta femmina?
Si tratta di una sindrome che si può manifestare nelle persone cje praticano attività sportive molto intense in maniera regolare e che non assumono la quantità adeguata di calorie e sostanze nutritive attraverso l’alimentazione.
Viene chiamata “triade” perché generalmente è composta da tre condizioni principali, di solito correlate, ma che possono anche non manifestarsi tutte insieme:
- assenza di mestruazioni (amenorrea)/ mestruazioni irregolari (oligomenorrea)
- peso corporeo basso / massa ossea bassa (quantità di minerali contenuti nelle ossa; più la massa è alta più l’osso è robusto)
- alimentazione inadeguata
Perché un eccessivo esercizio fisico causa alterazioni del ciclo mestruale?
L’amenorrea è la completa assenza di mestruazioni; è primaria se interessa chi non ha ancora avuto il menarca una volta raggiunti e superati i 16 anni di età, mentre è secondaria se – dopo il menarca – le mestruazioni si interrompono per sei mesi o più.
L’oligomenorrea, invece, è un’alterazione del ritmo del ciclo mestruale (quando il ciclo, quindi, non è “regolare”); si parla di oligomenorrea fisiologica quando il ciclo è inferiore o superiore a 28 giorni ma tende a ripetersi con la stessa frequenza (per esempio se si ha il ciclo ogni 35 giorni), mentre è patologica quando si alternano cicli lunghi a cicli assenti per 3 mesi o più.
Il corpo di chi mestrua ha bisogno di una certa percentuale di grasso per mantenere un peso ottimale e per la buona salute delle ossa, soprattutto nel caso di persone che fanno parecchio esercizio fisico.
Mantenere un peso equilibrato è essenziale per permettere all’organismo di produrre gli estrogeni, ormoni che giocano un ruolo chiave nel ciclo mestruale e nel corretto assorbimento del calcio da parte delle ossa.
Un esercizio fisico intenso che non è accompagnato da una dieta che apporti all’organismo il giusto introito di calorie quotidiane può quindi determinare una perdita di peso, di massa ossea e un calo di estrogeni che si traducono in amenorrea o oligomenorrea; queste condizioni possono essere influenzate anche dallo stress che abbassa ulteriormente il livello degli estrogeni.
Quali sono i soggetti più a rischio di soffrire di triade dell’atleta femmina?
Le persone di giovane età che praticano sport a livello professionale, quindi con un’indole molto competitiva e per le quali l’attività fisica rappresenta una parte fondamentale della vita.
Gli sport più “a rischio” sono quelli che richiedono molta resistenza, come le gare di fondo (maratona e mezza maratona), oppure quelli che richiedono un aspetto fisico particolarmente esile come la ginnastica artistica o la danza.
È importante ricordare che la triade dell’atleta femmina si manifesta più di frequente in soggetti che presentano determinate caratteristiche ambientali, sociali e familiari (inizio dell’attività agonistica nella prima infanzia, bassa autostima, fattori genetici, abusi o situazione famigliare difficile, etc.).
Quali sono le conseguenze sulla salute futura di una persona che soffre di triade dell’atleta femmina?
Un’alimentazione non adeguata (e/o un possibile trastorno dell’alimentazione come la bulimia o l’anoressia nervosa) possono causare problemi cardiaci, debolezza, perdita di concentrazione e difficoltà psicologiche.
L’amenorrea e la oligomenorrea possono causare una perdita di massa ossea dovuta a un basso livello di estrogeni.
Gli anni dell’adolescenza sono i più importanti per il corretto sviluppo delle ossa; è in questo periodo infatti che le ragazze accumulano oltre la metà della massa ossea che avranno nel corso della vita (una volta passati i 20 anni la massa ossea tende smettere di aumentare).
Come prevenire la triade dell’atleta femmina?
Prima di tutto con una corretta alimentazione: questa deve variare in base all’età del soggetto, al tipo di sport praticato e all’intensità dell’esercizio.
Per questo chi pratica sport a livello professionale (soprattutto se si tratta di attività fisica intensa portata avanti da tenera età) dovrebbe sempre seguire i consigli di un nutrizionista e monitorare il suo stato di salute generale.
Con l’obiettivo di prevenire la triade dell’atleta femmina è necessario lo sforzo congiunto di più figure professionali (che si occupino di nutrizione, medicina, ginecologia e, se necessario, psicoterapia) per minimizzare i rischi che potrebbero avere effetti negative sulla salute di chi fa sport.